Shoah: Pio XII, il papa del grande silenzio?

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Pio XI si rivelò un grande politico in due momenti: nella fase iniziale di aggancio a certe <<alleanze ripugnanti>> con dittatori del calibro di Hitler, Franco e Mussolini, e in una seconda fase quando, ottenuto lo scopo di <<usare>> questi regimi in funzione anticomunista, apparve pronto a condannare le dittature” spiega Rendina, autore e storiografo contemporaneo.

Bisogna riconoscere che negli ultimi mesi della sua vita, papa Pio XI lavora a un discorso di condanna delle leggi razziali, dell’antisemitismo e dei preparativi di guerra . Si spegne il 10 febbraio 1939, prima di poterlo rendere pubblico.

 

PIO XII

Per il successore, Pio XII, il Nazismo è  un male necessario nella lotta contro una delle minacce più pericolose e grandi: il pericolo rosso. Il Vaticano si dichiara neutrale perchè “ il Papa è padre di tutti i figli e non può prendere parte alla lotta tra i figli”.

Eletto il 2 marzo 1939, quando lo spettro della seconda guerra mondiale è nell’aria, papa Pacelli (Pio XII) tenta  invano di scongiurare il rischio di un nuovo conflitto mondiale con diverse iniziative diplomatiche. La più nota è il discorso alla radio del 24 agosto 1939, in cui pronuncia la frase simbolo del suo pontificato: “Nulla è perduto con la pace; tutto può essere perduto con la guerra”. Tuttavia i vari tentativi sono stati inutili.

La Germania invade il “corridoio polacco” il 1 settembre 1939 . Due giorni dopo Francia e Inghilterra dichiarano guerra al Reich:  è l’incipit della seconda guerra mondiale.

Con l’enciclica “Summi pontificatus” del 20 ottobre 1939, il pontefice  introduce il concetto di convivenza pacifica tra popoli, che non significa solo rinunciare alla violenza, ma nasce come un vero e proprio invito alla solidarietà tra gli uomini. Il papa cerca di evitare che l’ Italia entri in guerra: si  rivolge prima al re Vittorio Emanuele III e poi scrive personalmente a Mussolini di mantenere la non belligeranza. Ma nonostante ciò, l’Italia entra in guerra il 10 giungo 1940 a fianco di Hitler.

Nel 1942, nel tentativo di fermare la guerra, appoggia l’operazione “Orchestra nera”, come nere sono le tuniche dei preti tedeschi, organizzata da dissidenti nazisti, esponenti democratici, sacerdoti cattolici, pastori protestanti, con l’obiettivo di assassinare il Fuhrer. Pio XII si fa garante presso gli Alleati , chiedendo di sostenere l’ “‘Orchestra nera”.  Magli anglo-americani rifiutano. E così il complotto non andò in porto.

Una delle tante opere, promossa da Pacelli,  è l’ istituizione di un ufficio di informazioni sui prigionieri e i dispersi della sanguinosa guerra; in più manda aiuti alle popolazioni colpite dalla guerra.

Rendina scrive: ” Come si legge sullo stesso Osservatore Romano del 1981, Pio XII  non esercitò la grande diplomazia, non fece un appello ai belligeranti per la cessazione della guerra, non lanciò scomuniche nè pronunciò una solenne denuncia con l’elenco dei crimini nazisti. Lo si può difendere ricordando il salvataggio di tanti ebrei internati tramite i suoi rappresentanti in vari Paesi, ma non basta”.

 

IL “PAPA DEL GRANDE SILENZIO” ?

Non è un caso che Pio XII è passato alla storia come il “Papa del grande silenzio” o addirittura come il “Papa di Hitler“, cioè come complice della tragedia dell’ Olocausto.  Una delle accuse più gravi, che derivano soprattutto da esponenti anticattolici e anticlericali, rivolte a Pacelli, è di non mai aver condannato il Nazismo. Nè di essersi impegnato al fine di fermare le deportazioni di milioni di ebrei nei campi di concentramento, di cui (forse) il Vaticano era a conoscenza.

Tuttavia, il pontificato di Pio XII è molto significativo – al contrario di quanto si possa dire o criticare- perché ha salvato più di 800 mila ebrei, grazie all’operato nascosto di sacerdoti, frati, suore, laici, che hanno operato con la benedizione segreta di Pacelli. Il papa stesso ha offerto rifugio a numerosi ebrei nei palazzi del Vaticano e nelle chiese romane.

Dopo la caduta del Fascismo, l’ 8 settembre 1943 l’ Italia di Badoglio firma l’armistizio con gli alleati. I nazisti, presenti nella penisola, si sentono traditi, e la occupano militarmente. Pacelli, durante l’occupazione nazista in Italia, offre asilo politico presso la Santa sede a molti esponenti politici antifascisti, tra cui De Gasperi e Pietro Nenni, appellandosi al fatto che la Città del Vaticano è uno Stato sovrano.

Non sempre i tedeschi rispettano l’ extraterritorialità di alcune zone di Roma, appartenenti alla Chiesa. Nell’inverno del 1943 i soldati tedeschi fanno irruzione nella Basilica di San Paolo, dove arrestano chi vi si è rifugiato. Ha inizio in Italia la deportazione verso i campi di concentramento tedeschi degli ebrei italiani, degli antifascisti e dei renitenti.

Un dato curioso? Negli ultimi anni è stato scoperto un piano segreto di Hitler che prevedeva l’occupazione del Vaticano e l’arresto di Pio XII, visto come un ostacolo per i piani della Germania.

I nazisti impongono agli ebrei romani di versare oro in cambio di una possibile salvezza dalla deportazione. E il Vaticano contribuisce alla sottrazione dai lager,  fornendo 20 dei 50 chili d’oro richiesti.

roma-basilica-san-lorenzo-fuori-le-mura-Fig_04Pio XII tenta di far riconoscere Roma come “città aperta” al fine di evitare che la capitale divenisse il campo di battaglia fra due eserciti.  Il 19 luglio 1943 , dopo il violento bombardamento di San Lorenzo a Roma, Pio XII si reca personalmente nei quartieri colpiti.

Viene acclamato come “defensor civitatis” dalla folla di piazza San Pietro. Subito dopo la liberazione dell’ Italia da parte degli Alleati, il popolo  celebra il Papa, che di fatto, rappresenta  l’unica autorità rimasta nella capitale dopo l’ 8 settembre.

 

 

LA BEATIFICAZIONE E LA CRITICA

Il Pontificato di Pio XII (1939-1958) registra apprezzamenti e polemiche allo stesso tempo. E’ indice significativo di un tema ancora attuale, su cui si fondano molteplici dubbi, misteri e interrogativi , su quale fosse stato il ruolo del Papa in quegli anni “maledetti” della storia.

Il 19 dicembre 2009 , Pio XII riceve la beatificazione da papa Benedetto XVI:  riceve il titolo di “venerabile”, che ne attesta l‘eroicità delle virtù per la Chiesa.  Un atto che ha sollevato accese polemiche, soprattutto all’interno della comunità ebraica, a motivo del suo silenzio sullo sterminio degli ebrei, ma anche all’interno della stessa Chiesa cattolica.

 

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