Antartide: una spedizione russa cerca i resti di Hitler

Nel corso degli anni si sono susseguite moltissime ipotesi sulla fine, e soprattutto sulla sorte avvenuta ai resti del dittatore più spietato del XX secolo, Adolf Hitler. Tutti sono più o meno concordi nell’affermare che Hitler si sia tolto la vita, il 30 Aprile del 1945, nel suo bunker nel centro di Berlino, insieme alla novella sposa Eva Braun, mentre la guerra per le sue armate volgeva verso la disfatta, e le truppe sovietiche erano giunte ormai alle soglie della capitale tedesca, ponendo quindi fine al Reich Millenario sognato dal Furher.

La versione ufficiale dice che i resti di Hitler furono trovati parzialmente carbonizzati e identificati attraverso le impronte dentarie, dalle truppe sovietiche e in seguito seppelliti nella città tedesca di Magdeburgo. Intorno al 1970 i resti di Hitler furono riesumati, poiché nella zona in cui fu seppellito vennero costruite delle palazzine, così furono cremati e le ceneri gettate nel fiume Elba. Curiosa è l’ipotesi paventata nell’ultimo periodo da parte dell’agenzia di stampa russa, Ria Novosti, appoggiata dal tabloid tedesco Build, secondo la quale i resti del Furher sono siti nel fondo dei ghiacciai dell’Antartide.

Un sottomarino tedesco, l’u-boat 977 avrebbe portato, con una missione segreta, i resti del dittatore in un bunker segreto situato in Antartide, per effettuare esperimenti sulla clonazione umana compiuti da scienziati nazisti per dar nuova vita al Furher. In prossimità del lago subglaciale di Vostok, situato a 4 mila metri di profondità, si troverebbe questo bunker nazista che è stato raggiunto negli ultimi giorni da un corpo spedizione di scienziati specializzati russi, tramite lavori di trivellazioni che sarebbero durati più di trent’anni.

La Build afferma che le difficoltà dei russi per raggiungere questo lago ghiacciato, sarebbero a testimonianza della veridicità di questa ipotesi, e che molto presto ci saranno novità sui resti di Hitler. In Russia, i ricercatori dell’Accademia delle scienze russe avvertono che i primi campioni ritrovati nei pressi di Vostok sono arrivati a San Pietroburgo e a Mosca, e qui verranno analizzati, escludendo comunque la presenza di virus sconosciuti che a quelle temperature non riuscirebbero a sopravvivere a lungo.

Questa nuova scoperta infittisce un mistero che incuriosisce la popolazione mondiale da quasi 70 anni, aggiungendo un’altra versione alla fine del dittatore di origine austriaca, che ha scatenato la più grande guerra combattuta dall’umanità, seminando terrore e spargendo sangue in tutta Europa, causando 55 milioni di vittime solamente per la bramosità di potere.

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