Salviamo l’Artico per salvare noi stessi

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L’Artico a rischio

La quantità di ghiaccio della calotta Artica è scesa drasticamente negli ultimi 30 anni. I dati dicono che sia ridotto ad un terzo di quello che c’era prima.
Il paesaggio Artico sta cambiando. Le tecnologie hanno permesso all’uomo di superare grandi ostacoli ed hanno permesso il progresso, midollo osseo della nostra società, una società protesa verso il futuro ma che non si rende conto che per spiccare il volo c’è bisogno di un solido trampolino di lancio. Il progresso è nel rispetto del punto di partenza. Gli uomini sono riusciti a superare i mari di ghiaccio grazie alle navi spacca ghiaccio, sono riusciti a sconfiggere il freddo pungente con indumenti tecnici e studiati per quelle situazioni specifiche ed hanno conquistato il continente che galleggia.

orsi polari

Un grande passo per l’umanità, uno disastroso per l’ambiente

Ultimamente si è sentito molto parlare dello scioglimento dei ghiacciai. In realtà se ne parla sempre, da sempre. Ci sono molte persone preoccupate. Ma non sono abbastanza. La conquista dell’Artico ha portato allo stabilirsi di vere e proprie stazioni di ricerca che i vari stati del mondo hanno tentato di accaparrarsi. Gli spessi pavimenti gelati hanno iniziato ad assottigliarsi a causa dell’usura e dell’eccessiva presenza umana, cosa che la natura non aveva contemplato probabilmente,quando aveva abbozzato il progetto dell’Artico.
orsiSono arrivate poi le perforazioni petrolifere; il vero dramma. Per chi è attivamente interessato nel campo delle lotte di Greenpeace queste sono notizie abbastanza conosciute e che ultimamente hanno fatto levare la voce degli attivisti. Nel sito si legge una nuova devastante corsa al petrolio sta per cominciare. È solo questione di tempo e compagnie quali Shell, Gazprom, Exon,BP inizieranno un nuovo e pesante ciclo di trivellazioni per creare pozzi che non faranno altro che creare nuovi punti deboli nei fragili ghiacciai,tutto questo per raggiungere delle sorgenti di oro nero che potranno soddisfare il fabbisogno mondiale per soli tre anni. I pozzi potrebbero indebolirsi e causare la devastante fuoriuscita di petrolio nei mari Artici, andando a danneggiare irreparabilmente il fragile ecosistema che li si trova. Un ecosistema già fortemente debilitato dall’utilizzo che negli anni il mondo ha fatto di energia resa sporca dalle fonti fossili da cui veniva fuori. Firmare la petizione per fermare la loro corsa distruttiva è un primo passo per aiutare l’associazione e far capire che la popolazione c’è, che è consapevole dei rischi e disposta a fare qualcosa per evitarli. Perché ne andrebbe del nostro futuro, del futuro della nostra Terra . Non si parla qui di aiutare solo chi è direttamente interessato dal tragico scioglimento dell’Artico e dei suoi ghiacciai (anche se il destino della fauna composta da animali anche a rischio di estinzione come gli orsi polari, ci sta a cuore quanto il nostro) ma di aiutare a migliorare il destino di tutti noi; i ghiacciai artici sono importantissimi sotto molti punti di vista, ad esempio aiutano a riflettere la luce del sole e quindi il calore verso fuori, contribuendo così a raffreddare la superficie terrestre ed evitando il surriscaldamento di essa.

Iniziamo a dare la giusta importanza alla lotta degli attivisti e delle organizzazioni che lavorano in zone che ci sembrano così lontane e le cui condizioni sembrano non riguardarci, perché potremmo trovarci un giorno a rimpiangere quando avremmo potuto agire. Ora è il momento.

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