Nasce «Alternative für Deutschland», alternativa politica per la Germania all’Euro

alternativa politica

È la prima volta che in Germania nasce un partito che vuole principalmente mettere in discussione l’euro. I fondatori sostengono di avere già 7.500 iscritti e puntano a incassare alle elezioni di settembre per il rinnovo del Bundestag un risultato «a due cifre». Lo ha detto uno dei suoi fondatori, l’economista ed esponente della Cdu Bernd Lucke, in un’intervista alla «Bild». Ma molti esperti e sondaggisti dubitano che possa raggiungere la soglia di sbarramento del 5%, indispensabile per entrare in Parlamento. Al congresso fondativo che si è svolto ieri a Berlino hanno partecipato circa 1.300 persone.

Ecco il programma del partito

Il punto principale del programma di «Alternative für Deutschland» è una «dissoluzione ordinata dell’area dell’euro». Secondo le tre pagine del programma «la Germania non ha bisogno» della moneta unica, che addirittura «nuoce» ad altri Paesi. Ma non è ben chiaro se l’obiettivo è tornare tout-court al marco o proporre il famoso «Kerneuro», in sostanza un euro dei Paesi del Nordeuropa, o comunque due aree monetarie separate tra Nord e Sud, come vagheggiato da uno dei membri più famosi, l’ex presidente degli industriali, Henkel.

Chi ha costituito il partito?

È vero che tra i suoi sostenitori ci sono esponenti dell’estrema destra come Albrecht Schachtschneider o filonazisti come Stefan Milkereit, ma l’aspetto inquietante è che raccoglie consensi nel partito di Angela Merkel e che pesca tra i liberali della Fdp. Ieri, durante il congresso, quando uno scalmanato signore con la barba si è messo a sventolare freneticamente la bandiera tedesca, gliel’hanno strappata, raccontava la «Sueddeutsche Zeitung». Sarebbe sbagliato, insomma, bollarlo come partito della destra radicale. Raccoglie molti consensi anche al centro. Klaus-Peter Schöppner, capo dell’autorevole istituto di sondaggi Emnid, ha detto che «se l’AfD avesse la possibilità di raggiungere il 5% (soglia minima per entrare in Parlamento, ndr), il tre per cento proverrebbe tra non-votanti conservatori e il due per cento da voti di protesta».

 

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