L’India impone nuove indagini sui Marò

Marò

Potrebbe occuparsene l’Agenzia di investigazione nazionale

L’India potrebbe decidere già la prossima settimana di affidare le indagini sul caso dei marò alla Agenzia di Investigazione Nazionale (Nia). Lo riferisce oggi la televisione Cnn IBN. Il governo indiano, inoltre, ha intenzione di presentare un ricorso alla Corte Suprema in cui chiede di chiarire la questione della giurisdizione da applicare all’incidente.

Saranno giudicati in basi alle leggi italiane

Nuove indagini. La decisione di affidare l’inchiesta alla Nia è «per assicurare che i due militari siano giudicati in base alle leggi indiane» senza il ricorso a trattati internazionali come invece chiede l’Italia. Come noto le indagini sull’uccisione dei due pescatori il 15 febbraio 2012 erano state condotte dalla polizia del Kerala che aveva raccolto gli indizi e presentato un voluminoso fascicolo con i capi di imputazione al tribunale di Kollam. «Ora il governo centrale vuole un controllo diretto» e anche «imparziale» precisa l’emittente che cita fonti governative.

L’India punta a chiarire al mondo il valore della propria sicurezza marittima

La notizia delle nuove indagini viene data dal quotidiano Hindustan Times. In un servizio esclusivo di prima pagina, il giornale sostiene che dopo una consultazione fra i ministeri dell’Interno e della Giustizia è stata presa una decisione per la presentazione di una ‘petition’ alla Corte Suprema al fine di ribadire il concetto che l’India ha giurisdizione per entrare nel merito di questo caso. In particolare i due ministeri «intendono provare che le leggi indiane sulla sicurezza marittima e sulle acque territoriali non entrano in conflitto con nessuno dei trattati o convenzioni delle Nazioni Unite».

E per questo i due ministeri ritengono che «la legge indiana sulla Sicurezza della navigazione marittima approvata dal Parlamento nel 2002 conferisce all’India piena giurisdizione nella vicenda». Nella nota che verrà sottoposta alla Corte Suprema si propone quindi che «il caso sia trasferito alla Nia che potrà realizzare ulteriori indagini come potrebbe essere necessario, per presentarne i risultati ed i capi di imputazione davanti alla Corte designata». Infine il ministero dell’Interno ribadisce che la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto marittimo (Unclos) citata dalla Corte Suprema (come opportunità per l’Italia di rivendicare la giurisdizione, ndr) non si applica in questo caso perchè si riferisce alla pirateria in alto mare mentre in questo caso la sparatoria è avvenuta entro 20,4 miglia nautiche, ossia all’interno della zona delle acque contigue dell’India.

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