Italia, connesse a Internet il 67% delle case

Un Continente che resta Vecchio solo per definizione: è così che potremmo definire l’Europa sulla base dell’ultimo rapporto pubblicato dalla Commissione Europea, il tradizionale “Desi” (Digital Economuy & Society Index) che analizza in dettaglio le performance dei vari Stati in alcuni ambiti relativi alla cosiddetta “agenda digitale“.

Il digitale in Europa. A livello generale, l’Europa appare in continua evoluzione, grazie all’incremento delle connessioni domestiche a Internet e degli accessi alla Rete da mobile (anche se servirebbe una ulteriore crescita in materia di velocità, qualità e affidabilità), all’aumento di laureati in materie IT e tecnologiche (anche se permane un 44% della popolazione continentale che non possiede le conoscenze di base) e alla buona percentuale di integrazione della tecnologia nelle aziende, cui però fa da contraltare un rallentamento nella diffusione degli eCommerce.

Ma l’Italia va lenta. Se questo è il quadro complessivo, andiamo però a vedere più in dettaglio le prestazioni dell’Italia evidenziate dall’Indice, che purtroppo relegano il nostro Paese a una posizione decisamente bassa in classifica. Su un totale di 28 Paesi presi in esame dal Desi 2017, infatti, l’Italia raggiunge appena la 25esima posizione precedendo solo Grecia, Bulgaria e Romania e confermando, di fatto, lo stesso posto delle ultime tre edizioni del report.

Poche case connesse. Eppure, di progressi ne sono stati fatti, come sottolineato dalla stessa Commissione Europea. Il primo punto a favore del nostro Paese riguarda proprio la diffusione della connettività al Web: oggi infatti risultano attivi allacciamenti nel 67% delle case italiane, percentuale in aumento rispetto al passato ma molto lontana dalla media europea, che sfiora l’80%.

Meglio l’offerta di banda Internet. Altro dato positivo, poi, riguarda la copertura delle reti fisse a banda ultra-larga, che nell’ultimo anno è cresciuta di quasi 30 punti percentuali nel nostro Paese, passando dal 44% di metà 2015 al 72% del 2016, mentre nello stesso periodo la media in Europa è salita solo di 5 punti percentuali (dal 71% al 76%). Una spinta in questa direzione l’hanno offerta anche gli operatori privati come Eolo, che ha lanciato le sue proposte per Internet casa a velocità più elevata rispetto ai concorrenti, trovando buon riscontro da parte dei clienti.

Sviluppare le infrastrutture. E allora, perché l’Italia non riesce a migliorare la sua classifica nel Desi 2017? La spiegazione è ovviamente semplice: oltre al fatto che anche gli altri Paesi fanno progressi, a ben vedere gli aspetti positivi dello sviluppo delle infrastrutture di rete in Italia sono purtroppo controbilanciati in negativo da altri fattori che rientrano nell’Indice europeo, e in particolare i servizi pubblici digitali e l’utilizzo concreto del Web.

I servizi e-gov. Per quanto riguarda i servizi, in Italia rallentano sia il versante dell’offerta (ovvero le amministrazioni pubbliche che mettono a disposizione degli utenti questa opportunità) che quello della domanda, perché gli stessi cittadini che usano la rete per servizi e-gov sono in discesa, passando dal 18% dell’anno scorso all’attuale 16%, contro una media europea che è più che doppia, al 34%.

Gli italiani e il Web. Ancora peggio sembra andare sul fronte delle attività online degli italiani: aumentano ancora troppo poco rispetto agli altri Paesi la percentuale di utenti che leggono notizie in rete (che tocca il 60% ma resta lontana 10 punti percentuali dalla media continentale), quella di chi fa acquisti sul Web (ora al 41%) e di chi è iscritto almeno a un social network (al 60%), e addirittura resta invariata la quota di quanti comunicano con video chiamate attraverso Internet (34% in Italia contro una media europea del 39%) e cala il numero di utenti che usano on line banking, scesa al 42% (livello medio europeo è invece 59%).

Guardando al mondo… Ma la notizia peggiore per l’Italia arriva allargando il campo di osservazione al mondo, perché l’Unione Europea con la sua media dell’indice Desi si classifica al quintultimo posto nella scala globale del digital score. Inutile aggiungere dove è l’Italia presa come “entità” singola su scala internazionale.

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