Damasco, altra strage, 450 morti

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Il sangue scorre a fiumi nella Siria dilaniata da un conflitto che non conosce più limiti: decine i bambini uccisi oggi in tutto il Paese, almeno 9 nel bombardamento di una scuola in provincia di Idlib, mentre altre «centinaia di cadaveri di persone giustiziate dal regime, tra loro molti bimbi e donne con i corpi mutilati», sono stati trovati in un sobborgo di Damasco, denunciano gli attivisti, che parlano di oltre 450 cadaveri.

Intanto gli Stati Uniti hanno aumentato di 123 milioni di dollari i propria aiuti all’opposizione, arrivando in totale a 250 milioni, e fornendo per la prima volta mezzi blindati, giubbotti antiproiettile e visori notturni, le cosiddette «armi non letali».

Ma la giornata è segnata dall’orrore. Un bombardamento di artiglieria ha fatto strage in una scuola di Al Maghara, nella regione di Idlib: almeno 14 le vittime, 9 scolari e cinque insegnanti, in quelli che Human Rights Watch ha denunciato come una «strategia di attacchi multipli e sistematici contro i civili da parte del regime siriano», che non risparmia luoghi di culto, panetterie e appunto scuole.

Due anni di rivolta senza alcuna tregua

Un altro massacro, l’ennesimo in due anni di rivolta costati la vita a oltre 70.000 persone, è andato in scena a Jdaidet Fadel, un sobborgo a sudovest di Damasco: «Centinaia di cadaveri di persone giustiziate dal regime e dalle milizie paramilitari, soprattutto di bambini e donne, sono stati trovati oggi» dopo i violenti scontri durati quasi cinque giorni per il controllo dell’area. I residenti, «che stanno subendo un vero e proprio rastrellamento, temono un altro massacro», scrivono ancora gli Lcc.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani, che conferma la strage, precisa che «molti cadaveri mostrano i segni delle torture e delle mutilazioni», «alcuni corpi hanno colpi alla testa». L’Esercito, secondo questa ricostruzione, ha preso il controllo della città.

L’agenzia di Stato Sana si limita a riferire che «le Forze armate hanno inflitto gravi perdite ai terroristi nel sobborgo di Damasco di Jdiadet al-Fadl».

Nei giorni scorsi una gravissima strage

Su un altro fronte, quello delle preoccupazioni per la forza crescente del Fronte al Nusra, l’ala jihadista più significativa in Siria che si propone di instaurare uno Stato islamico ispirato ad al Qaida, emergono i primi resoconti su una vera e propria strage compiuta ai danni dei civili nei giorni scorsi.

I miliziani, ha reso noto l’Osservatori siriano per i diritti umani basato a Londra che non nasconde le proprie simpatie per l’opposizione anti-Assad, hanno circondato per giorni un villaggio nella provincia orientale di Dayr az Zor. Poi l’assalto, che i residenti hanno contrastato armi in pugno. Almeno 37 i morti, 20 tra i combattenti di al Nusra – molti dei quali stranieri – con il Fronte che ha poi preso in ostaggio altri 13 abitanti, dando alle fiamme e distruggendo molte case.

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