Viaggio in California, dove andare a San Francisco

dove andare a san francisco

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Nell’articolo precedente abbiamo attraversato le distese del Big Sur e respirato il profumo dell’Oceano Pacifico. Questa volta ci intrufoliamo tra le vie di Frisco, come viene chiamata San Francisco dai locali.

L’autrice si è laureata da poco in Scienze Antropologiche in Italia, ha preso armi e bagagli ed ha raggiunto la California, dove l’aspettava il suo uomo. Oggi ci racconta del Big Sur, la regione della costa centrale del tiepido e meraviglioso Golden State.

Se non sai dove andare a San Francisco fatti guidare dalle vie e dai profumi

Sono in cerca di un aggettivo per Frisco, ma quale scegliere nella costellazione terminologica della lingua italiana?

Frisco è eccezionale, cosmopolita, eclettica, disubbidiente, aristocratica, vagabonda, girovaga a tal punto che non puoi trattenerla nella mente.

Solo poche ore fa mi stavo intrufolando tra le sue vertiginose pendenze e già fatico a descriverla.

Possiede uno stile tutto suo, impareggiabile, un carattere ineguagliabile, una disarmonicità a regola d’arte, frutto della convivenza di popolazioni giunte da luoghi lontani, appartenenti a credo diversi e stili di vita discordanti. Questa città è un vero e proprio mosaico di vite.

chinatown

Chinatown, Little Italy e i luoghi della beat generation

Basta varcare la Dragon Gate, la famosa porta di Chinatown, che già si sentono gli odori d’incensi, di oli profumati e d’insoliti aromi provenienti dalle inconfondibili erboristerie. Il portale d’ingresso, la “Porta del Drago”, non rappresenta una semplice entrata, ma un passaggio verso il cuore pulsante del continente asiatico. Lanterne, tetti a pagoda, animali propiziatori e dragoni animano le viuzze frenetiche e tinteggiate da eccentrici colori, pronti a catturare la curiosità e a magnetizzare ogni turista in cerca di stramberie.

Un piccolo vicolo chiamato Jack Kerouac Alley collega l’oriente all’occidente, Chinatown a Little Italy, il quartiere italiano di North Beach, noto per l’atmosfera “beat” che ancora si avverte sorseggiando un caffè in qua e in là ed entrando nelle librerie per ripercorrere il pensiero e le idee della Beat Generation.

Qualche sera fa sono entrata casualmente nella libreria “City Lights”, ignara fosse il ritrovo più importante di quel gruppo di bambini all’angolo della strada che parlavano della fine del mondo”, i veri protagonisti del movimento “beat”. Prima di entrare i miei occhi si erano posati su di una citazione:

Poetry is the shadow cast by our streetlight imaginations

frammento di una poesia di Ferlinghetti, assiduo frequentatore della City Lights Bookstore. Ho cercato questa poesia, si chiama “Che cos’è la Poesia”, per l’appunto.

Dopo aver girovagato tra i pensieri notturni e le “luci della città”, sono capitata, sempre inconsapevolmente e by chance nel noto bar “Vesuvio”, in Columbus Avenue, bar da cui, si mormora, si fece buttare fuori Kerouac dopo una delle sue tante alzate di gomito.

san francisco

Bevo stella artois e un margarita, guardo gli innumerevoli colori senza confini del riflesso dei murales esterni e i disegni bizzarri dell’interno. Una lava in piena di frenesia.

Ieri sono arrivata a piedi fino all’Oceano. Percorrendo tutto il Golden Gate Park, il parco per eccellenza degli abitanti di SF, si arriva a Ocean Beach, una spiaggia molto ventosa, gremita di surfisti, di gabbiani e di “dollari della sabbia”, ma dove si può anche perdere un po’ di coraggio leggendo i cartelli sul lungomare: Surfers and other swimmers have drowned at Ocean Beach”.

Dopo tre ore di camminata e un dolore ai piedi lancinante, come un miraggio mi è apparsa la scritta “Sandwiches” e via che sono corsa dentro al bar a ridosso della spiaggia. Ormai sono abituata, ma ancora mi fa ridere sapere di aver chiesto un panino con prosciutto e formaggio e sapere che quel panino sarà al prosciutto e formaggio con l’aggiunta di senape, pomodori, insalata, cipolla e altre salse dal colore e sapore poco affidabile.

Però era buono. Allora, com’è San Francisco?

San Francisco è come un sandwich americano: prima di partire te la immagini con prosciutto e formaggio e quando arrivi ti accorgi che gli ingredienti non finiscono più e che è proprio quel mix che la rende speciale e che ti ci fa tornare ogni volta che hai fame.

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