Dopo 10 mesi di gravidanza, questa madre non sapeva cosa stava per arrivare

Amore

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Mi avrebbero dovuto dire che avrei amato mio marito anche di più, da quando è diventato il padre del mio concentrato di perfezione. E che non mi sarei più ricordata di come lo amavo un tempo. Che avremmo litigato e affrontato molte sfide, ma che avremmo trovato sempre un modo buffo di stare insieme, magari guidando per la città, con lei che dorme nel sedile posteriore. Che le avremmo dato nomi ridicoli per farla ridere. Che lui avrebbe finito per controllare che ci fosse sempre vino per me in casa e che quella sarebbe stata la cosa più romantica dell’universo. Che lo avrei sentito, mentre le cambia il pannolino, dire frasi come ‘Sono papà. Pa-pà. Dirai papà come prima parola’. E che il mio cuore sarebbe stato sempre al settimo cielo.

Mi avrebbero dovuto dire che mangiare sano e nelle giuste quantità avrebbe fornito il nutrimento giusto per il latte di mia figlia. Che non avrei voluto mettermi a dieta. Che sentire al suo primo controllo dopo due settimane che aveva preso sufficiente peso mi avrebbe fatto sentire più orgogliosa che mai. Che il peso per cui sarei diventata ossessionata era il suo, e che si sarebbe trattato di salute. Che il mio corpo sarebbe ritornato a stare nei miei soliti pantaloni in sei settimane, ma che mi sarei sentita molto più comoda indossando i leggins. E che mio marito mi avrebbe detto che ero sexy, molto spesso e con convinzione.

Mi avrebbero dovuto dire che, nonostante la stanchezza, svegliarmi per prendermi cura di lei sarebbe stato molto più gratificante di quanto avrei mai potuto pensare. Che quando alle 4 di notte saremmo state da sole io e lei, con il gatto ai miei piedi, e lei che allatta mi sarei sentita riconciliata con il mondo e avrei pianto perché il tempo vola. Mi avrebbero dovuto dire che guardarla crescere mi avrebbe commosso. Che alcuni giorni sarei rimasta a guardarla per ore, senza avere lo stress delle cose da fare. Che il suo pianto e le sue urla mi avrebbero stancato, ma anche mobilitato per calmarla e farla sentire al sicuro. Che avrei dormito, forse non ogni notte e non per tante ore di fila. Ma che il mio pensiero principale sarebbe stato che ogni volta che lei si addormentava sul mio petto avrei sempre avuto paura che fosse l’ultima. Che godermi i suoi primi momenti di vita sarebbe stato il lavoro a tempo pieno migliore che avrei mai avuto.
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